E’ delle ultime ore il nuovo tentativo di phishing che si sta diffondendo in rete a macchia d’olio. Si tratta di mail aventi per oggetto accuse di reati sessuali da parte degli organi di Polizia. Se hai ricevuto mail di questo tipi ti consigliamo di leggere l’articolo per evitare di rimanere fregato dall’ennesimo tentativo dei furfanti del web
Le nuove truffe e i tentativi di phishing spuntano in rete quotidianamente come funghi e a rimetterci sono quasi sempre gli utenti meno esperti ma anche quelli che presi dalla fretta e dalla disattenzione cadono nella rete dei cybercriminali.
Ve lo abbiamo detto tante volte, il phishing è un allarme molto sentito al giorno d’oggi che, sebbene possa spaventare, può essere combattuto mediante l’informazione. E’ grazie all’informazione che ognuno di noi può rendersi consapevole delle insidie, in modo tale da saperle riconoscere. D’altronde il nostro motto è: “Se sai non ti fregano”.
Ve lo abbiamo detto più volte, il phishing è una pericolosa truffa, in particolare una frode informatica perchè si realizza online. La finalità del phishing è quella di ottenere in maniera ingannevole i dati personali dell’utente gli estremi della carta di credito, i dati di accesso al servizio home banking e qualsiasi dato utile al fine di entrare in possesso del denaro della vittima.
Se ti interessa approfondire l’argomento puoi leggere il nostro articolo dedicato al phishing e la nostra guida contro le truffe online.
Accuse di reati sessuali tramite mail
I furbetti della rete ne sanno una più del diavolo e studiano quotidianamente nuovi tentativi di truffa per il perseguimento dei loro fini lucrativi. Bisogna dire che non tutte le truffe sono ben concepite, fortunatamente, tuttavia molte volte anche quelle che potrebbero apparire più innocue all’occhio di un utente esperto sortiscono fini truffaldini.
Ebbene riceviamo quotidianamente segnalazioni relative ai tentativi di truffe e molte volte i malcapitati sono anziani o utenti inesperti della rete. Altre volte le vittime sono utenti che sebbene utilizzino la rete ormai quotidianamente per distrazione o per fretta cadono nella rete del truffatore.
E allora il nostro compito è quello di rendere consapevoli i nostri lettori dell’esistenza di questi loschi tentativi in modo tale da renderli sempre vigili e scrupolosi dinanzi ad ogni notizia, pagina web, email, sms o qualsiasi forma di comunicazione.
Sono tante le segnalazioni che ci sono arrivate in queste ore di mail contenenti accuse di reati sessuali che indicano nell’intestazione quale mittenti gli organi di Polizia. Fortunatamente i nostri utenti, ormai esperti, sono riusciti a riconoscere la truffa, ma in tanti potrebbero essere stati fregati.
Come si realizza il tentativo di truffa
Il tentativo di truffa si realizza mediante l’invio di una email dal contenuto allarmante. Mediante tale mail i cybercriminali inducono l’utente a credere che la comunicazione provenga dagli organi di polizia. La mail infatti porta nell’intestazione non solo il logo della Repubblica Italiana (tentativo volto a simulare gli atti giudiziari), ma anche l’intestazione del Ministero dell’Interno, dell’Europol e il logo della Polizia di Stato.
In calce, invece, la mail riporta i dati della direzione Anticrimine della Polizia di Stato il nome del Direttore e quello del Capo della Polizia.
Insomma un grave tentativo volto a carpire i dati sensibili dei malcapitati.
Contenuto dell’ email europol fake
La mail dal contenuto allarmante informa la vittima dello svolgimento di un’indagine penale in corso, ovviamente inesistente, per gravi reati di natura sessuale (pedofilia, pedopornografia, razzismo, traffico sessuale).
E, allo scopo di rendersi credibile, indica al malcapitato che le indagini hanno avuto ad oggetto: social network, siti di incontro, siti di annunci, siti pornografici. Chi di noi non ne ha utilizzato almeno uno di questi. Inoltre rincara la dose indicando nel corpo nel testo che sono state raccolte prove a carico del destinatario della comunicazione.
Il messaggio prosegue poi con l’invito a segnalare, sempre tramite email, le proprie “giustificazioni” entro e non oltre 48 ore.
La mail dal contenuto intimidatorio minaccia poi i destinatari. La mancata comunicazione di una giustificazione, infatti, comporterà una segnalazione alla Corte Federale e l’iscrizione nel registro nazionale dei criminali sessuali.
La mail con le accuse di reati sessuali è ovviamente una bufala, nonchè un tentativo di phishing, si tratta appunto di false mail polizia di stato.
Prima di tutto perchè per il procedimento Penale Italiano la legge prevede che le indagini preliminari siano svolte in segreto. Il Pubblico Ministero e la Polizia Giudiziaria sono subordinati all’obbligo del segreto. Il segreto perdura fino a che l’indagato non possa avere conoscenza delle predette informazioni e al massimo sino alla chiusura delle indagini preliminari.
Le autorità, inoltre non utilizzano lo strumento della mail per contattare una persona sottoposta ad indagini preliminari.
Le autorità, infatti, comunicano all’indagato l’esistenza di un procedimento nei suoi confronti mediante l’avviso della conclusione delle indagini preliminari. Esso deve essere comunicato mediante notifica e non di certo tramite una semplice email.
Senza contare che il corpo della mail è piena di inesattezze: Non esiste in Italia La Corte Federale nè il Dipartimento Federale di Polizia,
La Polizia di Stato mediante i suoi canali social sta diffondendo un comunicato volto a diramare il più possibile la notizia:
Attenzione alle false email di organismi di polizia
E’ in corso una massiva campagna di phishing attraverso false email e messaggi social realizzati indicando nel testo il nome del Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, così come del Capo della Polizia, del Direttore della polizia postale e di altri rappresentanti delle forze dell’ordine.
Tali falsi messaggi, utilizzano anche logo della Repubblica Italiana, del Ministero dell’Interno, di Europol o della Polizia, e prospettano alla vittima una inesistente indagine penale nei suoi confronti. Il tutto allo scopo di causare agitazione nel destinatario, inducendolo a ricontattare i truffatori ed esponendosi in tal modo a successive richieste di pagamenti in denaro o comunicazione di propri dati personali.
Attenzione! La polizia postale raccomanda di diffidare da simili messaggi. Nessuna forza di polizia contatterebbe mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi, per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali.
Le nostre raccomandazioni sono sempre le medesime:
- Diffidare da messaggi intimidatori o dal contenuto allarmante
- Non rivelare dati sensibili e codici personali
- Non cliccare sul link che vengono forniti da sconosciuti
- Cestinare le mail sospette
- Se avete fornito dati personali la prima cosa da fare è sporgere denuncia
- Informarsi, perchè se sai non ti fregano!
Rimani informato sulle truffe in atto, segui la nostra sezione dedicata alle truffe.
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